Wednesday, January 15, 2014

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Lacrime di Whisky 1.2

Published on gennaio 15th, 2014 | by JL




1.2


Voglio iniziare questo pezzo citando una persona che ha scritto: “Per me Dio ha le sembianze di Horatio Caine”. Concordo…il quesito resta solo per gli occhiali da sole. Spaccone sapiente…


La giusta distanza, l’equilibrio e la leggerezza sulle cose. Mai dire tre cose quando ne servono due.


E se proprio dovete onorare soltanto una cosa, nella vostra vita, fate che sia la parola…quella la possedete tutti. Le palle no, sono discrezionali, opzionali, esagonali…in certi casi.


Avete presente quando vi dicono: “Come va con le donne ?” E tu sai che è una domanda assolutamente lecita e per la quale, per altro, hai una risposta vincente eppure senti che c’è qualcosa che non va. Quel qualcosa sei tu. Tu che allontani. Tu che non accomodi. Tu bipolare, di rottura. Tu che non lasci scorrere. Tu, semplicemente tu. La tua persona.


Una bottiglia di whisky te la scoli: 1) con la musica dagli anni ’40 alla fine dei’70, Beatles, Credence ed Elvis su tutti. 2) Con Best, Garrincha, Cruijff, Platini, Paul Ince, Roy Keane e Cristiano Ronaldo. 3) Con Wilde, Fitzgerald, Hemingway, la Beat Generation e non disdegnerei Pirandello e Verga. Con Shakespeare un bicchiere solo. 4) Attori non inizio neanche a fare la conta ma credo che i primi due sarebbero Sean Connery e Clint Eastwood. No, dai, Robert Redford e Downey jr. Il resto non saprei più dirlo…a forza di tracannare bottiglie in questo momento potrei berne una anche con voi, soprattutto se arrossite dinnanzi a un sorriso e avete solo emorragie interne. Al cuore.


Il sapore del lamento. I filtri delle emozioni che cambiano la cartina tornasole della vita. Il dolore e il valore, col dolore che trascende il valore perché non possiede alcun valore anche se per togliersi di dosso il dolore saremmo disposti a rinunciare a ogni valore.


Il momento più importante è quello dell’uscita di scena, non ci sono cazzi. La signorilità e l’equilibrio dell’uscita di scena dicono tutto anche se per comprendere a pieno questo momento hai bisogno del prima e del dopo


La più grande virtù di quest’epoca è rimanere in silenzio. Essere invisibile. Ma nessuno lo intuisce e nessuno lo fa. Ovviamente.


La storia del calcio è una delle storie più belle. Una storia nella quale, in un modo o nell’altro, puoi sempre baciare la più bella del gran ballo e raccontare la nottata come preferisci, senza paura di smentite.


A volte la vita mi sembra bellissima nonché il semplice, perfetto, risultato di tutta una serie di ovvi ma imprescindibili puntini che formano un cerchio che si chiude. A volte invece mi sembra solo una cacata liquida di mosca, cacata male e finita peggio. Sapete cosa vuol dire ? Sapete come si chiama ? Ci siamo capiti…


A volte la gente fa di tutto per farti arrabbiare. E certe altre volte fa proprio di tutto per romperti i coglioni. E comunque vada lo farà, soprattutto se sorriderete e li tratterete con indifferenza e leggerezza. Se uno vuole fare una cosa la fa…vai poi a spiegargli che scivola male lungo il finestrino che non avete abbassato…


Siate sempre voi stessi. Non siate me, lui o l’altro, solo voi. Essere voi non sarà mai solo essere voi. Essere voi che fate qualcun altro, quello sarà sempre una solitudine declinata nelle vostre quattro mura domestiche. Rispettate la vostra natura, per quanto grigia possa essere, non c’è niente di male in questo. L’accettazione è colorata, l’ostentazione e il diniego invece no. Oltretutto, nel caso specifico, essere me è sconsigliabile e impossibile. Essere me costa quasi tutto e porta indietro quasi niente. Ma io sono io e il resto sono versioni di… A ognuno il suo.


Questo è il mio ultimo pezzo, della mia ultima rubrica, per “I Birbanti” uno sbiadito lento in bianco e nero con abiti di paillettes che scivolano sulla cera che impreziosisce la sala da ballo. Del buon jazz ci culla e una nuvola di fumo, con le sue evanescenti e mortali promesse, ci avvolge.


Gershwin dipinge una rapsodia in blu e Dalì gioca a braccio di ferro con Picasso mentre un bambino tira le orecchie a un cane andaluso che morde una chitarra.


Il vento del deserto spazza queste anime selvagge, randagie. Perse ma mai dome. La linea del fuoco.


Mi troverete un giorno ? Se mi cercherete, può darsi. Ma non ancora.


Vi ritroverò un giorno ? Non parto mai per tornare. Le spalle che conosco non son fatte per girare, mai. La vita è stagioni, pagine e volti con nomi. Cerchi concentrici che si aprono e chiudono. Aprono o chiudono.


Il piacere resta mio, il mondo vostro.


Poso il bicchiere. Lascio la mancia…per il contro ci sarà tempo


Resta sempre un arrivederci.


Fine


JL



JL



Tags: JL - Ultima rubrica del mercoledì - Surreale - Addio birbanti - Turné - Pochi punti ma buoni e chiari





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